Castel del Monte

Castel del Monte

Castel del Monte è un comune italiano di 413 abitanti della provincia dell’Aquila in Abruzzo. Il territorio comunale è incluso nella Comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli e fa parte del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. È considerato un’importante meta turistica e ed è uno dei borghi più belli d’Italia.

Questo paese è situato nell’entroterra abruzzese, nella parte meridionale del massiccio del Gran Sasso, in posizione panoramica sulla valle del Tirino. L’edificato, particolarmente compatto, si sviluppa ad un’altitudine superiore ai 1346 m s.l.m. lungo le pendici meridionali del Monte Bolza (1927 m s.l.m.), mentre il territorio si allunga fino alla parte meridionale di Campo Imperatore (Fonte Vetica) raggiungendo Monte Camicia. Al di sotto del paese, in direzione Calascio, a quota 1200 m circa si apre una piccola piana irregolare (Piana di San Marco), fonte di sostentamento agricolo del paese in epoche passate.

Le origini del borgo sono avvolte da storie dal fascino secolare: fu fondato per sfuggire alle conquiste barbariche dalle popolazioni di un antico pagus romano della Repubblica di Peltuinum. Le testimonianze più antiche attestanti la presenza di un primitivo insediamento di origine vestina si trovano infatti sul Colle della Battaglia, a sud dell’abitato, dove sono ancora ben visibili le tracce di tre fossati circolari e concentrici e di altrettante cerchie di mura che proteggevano un villaggio. Dell’originario pagus romano non si conosce il vero nome ma gli storiografi del paese, a partire dal XIX secolo, lo indicano con il nome di “Città delle Tre Corone”: chiaro il riferimento ai tre fossati circolari e concentrici presenti sul colle della Battaglia. Distrutto nel 324 a.C. durante la conquista ad opera del Console Bruto Decio Sceva che sottomise i vestini, come riporta Tito Livio nell’VIII libro sulla storia di Roma, venne costruito un nuovo abitato nella sottostante piana di San Marco. Durante l’invasione longobarda, come molti abitati pianeggianti delle zone limitrofe, anche la “Città delle Tre Corone” venne abbandonata, o forse fu distrutta (non si hanno notizie precise in merito), in ogni caso gli abitanti decisero di incastellarsi edificando, su un impervio colle a nord dell’antico insediamento una rocca (o borgo fortificato) denominata Ricetto, ovvero ricettacolo di genti fuggiasche, che è la parte più antica di Castel del Monte. Nella piana di San Marco ancor oggi si scorgono i resti di un piccolo villaggio altomedievale e di una vetusta chiesa dedicata appunto a S. Marco, ricca di epigrafi romane e di elementi architettonici romani e medievali e sede di una badia fino al 1619.

Politicamente nell’alto medioevo Castel del Monte, come altri territori circostanti, fu soggetto ai monaci Volturnensi che facevano capo alla grande abbazia benedettina di S. Pietro ad Oratorium, dopodiché passò ai conti di Celano, agli Acquaviva di Atri, ai Piccolomini di Siena, per un brevissimo periodo ad Alessandro Sforza, ad Ottavio Cattaneo dal 1569 e, infine, nel 1579 ai Medici di Toscana. La loro presenza si ritrova ovunque nel paese. Il nome del paese compare per la prima volta in una bolla pontificia di papa Onorio III del 1223 con il nome di Castellum de Monte e insieme a Ofena, Villa Santa Lucia, Carrufo, Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Calascio e S. Stefano di Sessanio costituiva lo “Stato di Capestrano” dove aveva sede il governatore, nel castello Piccolomini.

Castel del Monte seguì quindi le vicende dello “Stato di Capestrano” fino a quando, nel 1743, la dinastia si estinse ed il principato di Capestrano ritornò a Carlo III di Borbone. Subito dopo l’unità d’Italia molti boschi che circondano il paese furono rifugio di bande di briganti che tuttavia tra il 1861 ed il 1865 vennero debellate. Nonostante il relativo benessere raggiunto tra il XVI ed il XVIII secolo, grazie soprattutto alla produzione della lana, dopo l’unità d’Italia Castel del Monte, i cui abitanti erano ancora quasi tutti dediti alla pastorizia transumante ed il patrimonio ovino collettivo del paese superasse i 50.000 capi, si venne a trovare per alcuni decenni in uno stato di isolamento e di arretratezza, superato solo tra gli ultimi anni dell’Ottocento ed i primi del novecento, anche grazie all’opera del sindaco Maurizio Sulli che riuscì in pochi anni a far realizzare molte infrastrutture (come si dice oggi) di primaria importanza, che contribuirono a ridare al paese slancio e vitalità.

Dopo la seconda guerra mondiale però, con la crisi della pastorizia causata dal crollo della produzione della lana italiana sostituita da lane straniere più competitive sul mercato o da fibre sintetiche, una massiccia ondata di emigrazione – soprattutto verso la Francia ed il Belgio prima e le grandi realtà industriali del nord Italia poi – ha visto il paese perdere quasi i nove decimi della sua popolazione, fenomeno questo purtroppo comune a tutti i comuni limitrofi ed a quasi tutte le realtà della montagna aquilana.

L’arrivo a Castel del Monte è tutt’ora un’esperienza suggestiva: dopo la lunga strada tra le montagne all’improvviso si apre la visuale ed appare come per magia il borgo medievale fortificato a stuzzicare l’immaginazione dei viaggiatori, incastonato sul fianco di una collina alle pendici del Monte Bolza.

Uno dei posti più caratteristici del paese è l’antico Ricetto, luogo d’origine del borgo intorno al quale si sviluppa l’antico castello con la sua alta torre quadrata. Del castello rimane oggi solo il ricordo nella conformazione esterna poiché le case dei pastori ne hanno preso il posto e, tra sporti (vere e proprie gallerie per attraversare il paese e ripararsi dal freddo), porte di accesso e gradoni, il borgo mantiene il suo aspetto fortificato e misterioso, quale avamposto verso le vette del Gran Sasso.

Il paese è da sempre dedito alla pastorizia, le verdi piane di Fonte Vetica e del Gran Sasso permettevano infatti l’allevamento di migliaia di capi di bestiame che per difendersi dal freddo del rigido inverno montano partivano da qui per transumare verso i luoghi più caldi della Puglia. Arti e mestieri legati alla lana accompagnavano il lungo inverno delle donne del borgo. Il paese è oggi un museo diffuso, un’autentica testimonianza delle arti di un passato glorioso scandito dalla transumanza, il motore dell’economia del tempo. Tra sacro e profano il Borgo di Castel del Monte, tra i più belli d’Italia, è un luogo magico, stregato da feste e riti secolari che lo animano da millenni.

Le Azioni

Educazione Ambientale

Istruzione e Formazione sono fondamentali strumenti di trasformazione per costruire società più inclusive e resilienti. Dall!Agenda ONU 2030 alle Linee guida per l”Educazione civica del Ministero dell”Istruzione, i principali riferimenti

Workshop

‘’Un viaggio tra tradizione e futuro’’ La presente azione ricade nel progetto ASTRI – Agricoltura Sociale, Turismo e Rinascita ed ha l’obiettivo di diffondere le pratiche agricole tradizionali e la

Docuserie

Quando la narrazione incontra lo stile, il ritmo avvincente ed il linguaggio tipici dei contenuti seriali, avviene la magia: le docuserie. L’idea (ardita) di mescolare il documentario e la serialità è un azzardo:

Eventi

Scopri i Paesi Narranti in E-Bike o a Passo d’Asino

Pedalate "Social" tra i Paesi Narranti

Pedalate guidate in E-Bike per raggiungere i Paesi Narranti, incontrare i protagonisti della docuserie e attraversare i luoghi che hanno caratterizzato le 15 puntate e i 5 cortometraggi in concorso.

Scopri tutte le date

A Passo d'Asino, Escursione Someggiata

L’escursione consiste in un semplice anello con destinazione un balcone panoramico sulla catena del Gran Sasso e sul “piano delle locce”.

Ideale per famiglie o gruppi