Calascio e Rocca Calascio

Calascio e Rocca Calascio

Calascio è un comune italiano di 125 abitanti nella provincia dell’Aquila in Abruzzo e faceva parte, fino al 2008, della comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli. Il territorio del comune rientra nel territorio del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, costituendone di fatto una delle porte di accesso nella sua parte meridionale.

Il borgo è situato nell’entroterra abruzzese, nella parte meridionale del massiccio del Gran Sasso d’Italia, al di sotto della vasta piana di Campo Imperatore e ad un’altitudine di poco superiore ai 1200 m s.l.m. Al di sopra del paese vi è la frazione di Rocca Calascio, ora riscoperta e ristrutturata, con il suo castello arroccato in cima ad un monte a 1460 m.

L’area fu popolata sin dalla preistoria e rinvenimenti dell’età del bronzo sono avvenuti vicino alla Chiesa di Santa Maria della Pietà, non distante dal castello.

Il toponimo Calaso figura già nell’816 in un documento dell’imperatore Ludovico I che elencava i possedimenti dei monaci Volturnensi e riflette la base prelatina cala, cioè “fianco scosceso del monte, scoscendimento”. Successivamente, con ogni probabilità dopo la conquista normanna dell’anno 1140, venne costruito per volontà di Re Ruggero d’Altavilla il castello sul monte sovrastante per controllare meglio il territorio, ma non si esclude l’esistenza di una più antica torre d’avvistamento. In seguito passò ai Piccolomini (1463) così che Antonio Piccolomini Todeschini fece realizzare le quattro torri circolari ed una merlatura ghibellina sul modello del castello di Celano e della nuova chiesa parrocchiale di Castelvecchio Calvisio. Attorno alla struttura militare si formò un borgo, Rocca Calascio. Nel medioevo la fortezza assunse un forte interesse strategico e militare, facendo infatti parte di un imponente sistema difensivo di avvistamento, che si estendeva dagli Appennini al mare Adriatico e serviva a monitorare questo territorio. I terremoti del 1349 e 1461 danneggiarono la Torre e distrussero quasi interamente il borgo adiacente. Nel 1703 il paese venne ulteriormente danneggiato dal terremoto dell’Aquila in seguito al quale il borgo di Rocca Calascio, fortemente provato, venne quasi completamente abbandonato e buona parte della popolazione si trasferì nella sottostante Calascio. Con la dominazione borbonica, dopo il 1743, anche l’intero abitato della Rocca iniziò il suo declino e fu progressivamente abbandonato, fino a risultare completamente disabitato nel 1957. Rocca Calascio è l’unica frazione del Comune dal cui centro abitato dista circa 3 km per un dislivello di 200 metri.

A partire dagli anni ’80 del XX secolo il castello è stato sottoposto a lavori di restauro e consolidamento e alcune abitazioni del borgo medievale sono state recuperate e convertite a strutture ricettive. Rocca Calascio e il suo castello sono così diventati una delle principali mete turistiche dell’Abruzzo aquilano, ciò nonostante il castello ed il borgo sono tutt’ora semi-spopolati.

Oggi la rocca è costituita da un castello e dal borgo medievale adiacente: quest’ultimo, che si sviluppa verso sud-ovest, è costituito da una parte alta e più antica, di cui rimangono solamente alcuni resti archeologici, e una parte bassa che è più recente e parzialmente recuperata. Sul versante opposto di nord-est, verso Campo Imperatore, si trova invece la chiesa di Santa Maria della Pietà.

Il castello è situato a circa 1460 metri di altezza ed è tra i più elevati d’Italia – lo supera in altezza il castello di Andraz situato sopra i 1700 metri – oltre ad essere considerato uno dei simboli d’Abruzzo. La rocca, baricentrica tra l’altopiano di Campo Imperatore e quelli sottostanti di Navelli e del Tirino, è inserita in un contesto di grande valore paesaggistico ed essendo compresa nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ne costituisce una delle principali mete turistiche.

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