Barisciano
Comune italiano di 1659 abitanti della provincia dell’Aquila in Abruzzo, posto a circa 18 km a sud-est del capoluogo abruzzese, in posizione moderatamente rialzata tra la bassa Valle dell’Aterno e le falde sud-occidentali del massiccio del Gran Sasso. Appare situato ad un’altitudine di 940 metri e alle pendici di un colle alberato dalla cui sommità svettano i ruderi del suo castello medievale. Il territorio comunale fa parte della Comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli e parte di esso rientra nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga costituendone di fatto una delle porte di accesso nella sua parte meridionale. Il paese e le frazioni sono stati duramente colpiti dal terremoto dell’aprile 2009 con epicentro all’Aquila.
Tutto il territorio è cosparso di suggestive testimonianze archeo-etnologiche che ci riportano al suo passato.
Notizie del borgo risalgono a un insediamento dei Vestini nel I secolo a.C. posto sulla via romana Claudia Nova e aveva rapporti con la città di Peltuinum. Una chiesetta dell’XI secolo dedicata a Santa Maria di Forfona farebbe pensare alla sua costruzione sopra un tempio di Giove.
Il borgo medievale, sorto fra il VI e l’VIII secolo, ha uno sviluppo è consequenziale al progressivo abbandono delle città romane di Furfo e Peltuinum. Inizialmente la popolazione si concentra in 2 Ville, fin quando Barisciano “di sopra” prevale su Barisciano “di sotto” o Bariscianello. Alla metà del XIII secolo (1254) entrambe le Ville partecipano attivamente alla fondazione dell’Aquila, pur essendo sotto la giurisdizione della Diocesi Valvense – in riconoscimento di ciò una delle 12 porte della città prese il nome di Barisciano, mentre a Bariscianello fu intitolata una caratteristica piazzetta a l’Aquila.
Nel XIV secolo iniziarono numerose contese territoriali con la limitrofa Baronia di Carapelle per il possesso dei pascoli – liti che si protrarranno fino al XIX secolo.
Nel XV secolo, durante la guerra dell’Aquila del 1424, fu devastato da Braccio da Montone.
Nel XVI secolo il territorio visse di pastorizia grazie alla presenza del tratturo e ciò fu la principale fonte economica del paese fino al XX secolo. I segni dello sviluppo del borgo sono visibili nella notevole ricchezza delle architetture religiose come San Flaviano e Santa Maria di Valleverde, e dei palazzi dei signori feudatari: in particolare quello dei Caracciolo di Marano, principi di Barisciano. Fino alla metà del XX secolo la pastorizia ha rappresentato la maggiore fonte di reddito per il paese accompagnata dalla coltura agricola di patate, zafferano, frumento, mandorle e lenticchie.
La massiccia emigrazione del ‘900 diventò il più grosso fenomeno sociale che perdurò fino agli inizi degli anni settanta.